L’importanza di un uovo nella storia – parte prima – L’uovo di Colombo

Anno 1493

Si invita sua signoria Cristoforo Colombo a presenziare alla cena di sua eminenza Cardinale Mendoza. Per il quale evento riterremo opportuno farle presente i nostri pareri su vostra partenza.

firmato

Segretario di sua eminenza Cardinale Mendoza

Tornato dalle Americhe dopo un lungo viaggio, Colombo prese la lettera che gli era stata appena consegnata e aprì il sigillo. Conteneva un invito a una cena in suo nome, che si sarebbe tenuta proprio quella sera stessa a casa del Cardinale Mendoza. Si presentò alla cena in perfetto orario.

“Ed eccoci signori miei”, il cardinale si alzò in piedi e fece tintinnare il suo calice. “Siamo difronte a uno dei più famosi uomini degli ultimi tempi, ma dunque, non stiamo mica dando festa per vaneggiarci della nostra ricchezza, no, siamo riuniti anche per poter parlare a proposito di questo vostro viaggio, mio caro Colombo. Parlaci di  queste Americhe, in fondo scoprire un continente non è poi una cosa di tutti i giorni, non è forse vero?”

Con gran disapprovazione del cardinale, gli invitati ancora prima che finisse di parlare avevano iniziato a borbottare a bassa voce tra di loro e uno di di questi emerse dicendo “scoprire un continente non è una cosa di tutti i giorni? Non riusciamo a capire vostra eminenza, chiunque in possesso dello stesso numero di barche, di un buon equipaggio e un buona organizzazione, sarebbe riuscito in questa impresa, che non è poi così particolare, navigar per mare e avvistare terre”. E un altro ancora ” siamo poi così sicuri che la scoperta di questo Nuovo Mondo sia poi così speciale? Penso piuttosto nel volere del destino, nel vento, che sospinge la nave e il caso che vi ha fatto imbattere in queste terre, che chiunque, preso da una mareggiata avrebbe potuto avvistare a fine tempesta”. E i borbottii si fecero sempre più rumorosi. Il cardinale si rialzò in piedi e richiamò tutti all’ordine “miei cari, miei cari, per favore dove sono finite le buone maniere? Facciamo dunque rispondere vostrasignoria Colombo. Non siete forse interessati alla sua parola?”

Colombo indignato, quale era,  si alzò e iniziò a parlare girando intorno alla tavola, dove ancora vi era un piatto di portata e vi prese un uovo. “Gentiluomini, prima di potervi rispondere, vi vorrei lanciare una sfida. Chi di voi riesce a far stare in piedi sul tavolo questo uovo non necessiterà della mia risposta.”

Altri borbottii ne fecero seguito, ogni invitato alla cena prese a turno l’uovo e provò con insuccesso a far star dritto l’uovo. Quando l’uovo arrivò a sua eminenza il cardinale, anche costui non ci riuscì. “Oh, quale sciocchezza, questa che ci avete proposto Colombo è un’impresa impossibile. Vi prego quindi di mostrarci come realmente si possa fare a far stare in piedi un uovo che non ci vuole stare per natura.”

Colombo prese l’uovo e si limitò a picchiettarlo contro lo spigolo del tavolo  e appoggiandolo sul piano l’uovo stette in piedi. Uno degli invitati si alzò di scatto “Che sciocchezza! Anche noi lo avremmo potuto fare!”. Cristoforo si girò verso costui che aveva parlato e guardandolo negli occhi, come fece successivamente con ogni invitato “La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”.

Da quel giorno Cristoforo Colombo diventò protagonista dei racconti in molte città dove le persone diffondevano questo aneddoto con il nome di uovo di Colombo.

Questo episodio della storia, che non sempre viene raccontato e quasi nessuno lo conosce, sembrerebbe un particolare che la gente di allora si inventò. Mi sono divertita a immaginare cosa si dissero a quella cena ed è simpatico sapere che esistono storie come questo fatto, per spiegare come una cosa impossibile con l’uso della testa diventi risolvibile.

E voi che ne pensate? Lo conoscevate l’uovo di Colombo?

A.

Una risposta

  1. Pingback: The importance of an egg in the history – part one – The egg of Columbus remake english article 6 | fruttidiboscoblog

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